Location Manager
E poi ero il bambino che stava in pasticceria a fissarlo mentre, con un’abilità che non dimenticherò mai, preparava torte e dolci per i suoi eventi, quando ancora ai matrimoni gli invitati erano almeno trecento e si organizzavano grandi tavolate per mangiare insieme fino a notte fonda.
È impossibile raccontare chi sono senza raccontare della mia famiglia.
Terza generazione di Prestigiacomo impegnata in cucina, la seconda a gestire un’attività di banqueting con regole, usanze… e sposi molto, molto diversi.
Quando dico che ci sono nato, dentro i matrimoni, non esagero.
Ricordo da sempre un’intera famiglia coinvolta nella preparazione dei pranzi dei matrimoni di paese, con un successo tale che mio padre diventò quasi una celebrità: le famiglie arrivavano anche da 80 chilometri di distanza per chiedergli di organizzare il ricevimento di nozze dei figli sposini.
Negli anni ‘70 prese la decisione di fermarsi in un luogo fisso, in quella che divenne a tutti gli effetti la sua prima location: era il Gatto Verde di Villabate, sfondo di molti matrimoni del circondario.
Nei dieci anni successivi seguirono le gestioni di altre location nel territorio palermitano, fino ad arrivare all’acquisto del terreno e alla costruzione da zero della prima location di proprietà, quella che oggi è Villa Fabiana.
Come tutti i location manager sanno, questo è un lavoro usurante. Sebbene si inizi sempre con un grande entusiasmo e una grande voglia di fare, di innovare, di sperimentare, il tempo tolto alla famiglia e al relax finisce per esaurire le energie.
Alla fine, anche per un’età che iniziava ad avanzare, decise di delegare la gestione e di cedere l’organizzazione del catering, con grosse aspettative e speranze.
Entrambe, purtroppo, deluse.
Dopo quasi trent’anni di lavoro, nella metà del tempo che mio padre impiegò a costruire un’immagine forte e professionale con il suo nome, le cattive gestioni finirono per rovinare tutto.
Non solo: oltre al danno d’immagine, anche la stessa location che aveva costruito con tanta fatica era stata rovinata da incuria e disattenzione, cancellando i risultati eccellenti che i sacrifici della mia famiglia avevano raggiunto.
A quel punto, il desiderio di rivincita è diventato più forte di qualunque delusione. Quando c’è da rimboccarsi le maniche, non mi sono mai tirato indietro. In questo mio padre è stato maestro, con il suo esempio. Ed è quello che ho deciso di fare, dando inizio al nuovo capitolo della mia vita.
Alle soglie del nuovo millennio rilevo la location di mio padre, apro la mia nuova società e inizio a scrivere la mia storia imprenditoriale.
In onore della mia prima figlia, la struttura prende il nome di “Villa Fabiana”. Negli anni successivi investo in diverse opere di ristrutturazione, sia per ampliare gli spazi riservati agli sposi, sia per ospitare una sempre più crescente richiesta di sposi provenienti dall’estero.
Aumentando il valore della struttura nel suo complesso, aumenta di pari passo anche il guadagno, potendo attirare clienti in target che desiderano non un comune ricevimento di nozze, ma un matrimonio cucito su misura per le loro esigenze.
Per poter garantire la massima qualità e personalizzazione, l’asset del personale della location cambia totalmente: arrivano nuove figure professionali che occupano nuovi reparti, contestualmente a una formazione studiata ad hoc per adattarsi alle nuove esigenze degli sposi post-pandemia.
A oggi posso dire che io, dei matrimoni e degli eventi che ospita Villa Fabiana, so veramente poco.
Se l’Antonio di dieci anni fa me lo sentisse dire, probabilmente si farebbe una grossa risata. Eppure è così: il modello di business del banqueting che ho sviluppato negli ultimi cinque anni nella mia location mi permette di distaccarmi completamente dagli eventi e di delegare in toto la loro gestione alle singole persone del team, di cui mi fido ciecamente.
So, infatti, che sono stati formati seguendo dei protocolli, delle regole, dei modus operandi ideati e collaudati da me negli scorsi venticinque anni di esperienza. I risultati, i contatti, le richieste che riceviamo continuamente per matrimoni ed eventi mi danno ragione.
Questo è il motivo per cui sono convinto che il modello RHW possa essere replicato in qualsiasi location, adattandolo alle richieste degli sposi del territorio, alle offerte e alle tradizioni locali, all’offerta di fornitori.
Funziona. Lo dicono i numeri.
Oltre 2800 coppie di spose soddisfatti per oltre 300.000 ospiti accolti, gestiti e serviti.
Tasso di turnover dei dipendenti ridotto al minimo, grazie a un clima aziendale favorevole che aumenta la produttività.
Ma soprattutto, e questo è il dato più importante per ogni proprietario di location: più tempo da passare con la tua famiglia, con i tuoi amici, per i tuoi hobby e per vivere al di fuori del lavoro.